Strofa J-honKEY
Troppi distacchi, non sono un traumaturgo,
non gradisco partite a scacchi di un drammaturgo,
tradisco spacchi che urgon dai quali spurgo,
dolore e spauracchi se vivo un trauma, turgor
mortis o qualunque operazione
di ablazione di un chirurgo nei miei confronti,
alcune persone erano miei organi o simbionti,
un’abluzione mi libera da rabbia e malvagie fonti,
dall’adozione di atteggiamenti stolti,
la pozione o lozione magica assicurata da molti,
è un fardello che fa solo rumore,
la lezione l’ho imparata col sudore a colpi
di coltello dritti al cuore,
l’imbibizione dell’essenza e dell’amore
di alcune persone, insostituibili,
mi toglieva l’inibizione nel donarmi e amare
per le sole ragioni possibili,
ancora valide al momento,
non voglio un emolumento né un monumento,
sento un movimento di nuova genesi,
che sconfigge Nemesi ma il dolore mi agguanta,
lacrime scivolano dalla mia guancia,
rapide vivono di panna rancida,
verso la lapide si involano
a una spanna da terra algida, squallida
metafora del distacco che le ha chiamate in causa,
all’attacco trasformano dolcezza in amarezza infausta,
in faccia, mi si legge tristezza, in casa,
sto solo in compagnia del dolore assassino,
incassa il proprio bottino,
rincasa che è già mattino,
di notte mi manca il respiro senza qualcuno vicino,
bagno il cuscino e supino scivolo, insieme al rivolo,
verso l’oblio e un ventilabro, arrivo,
addio ad ogni candelabro, scrivo
nel buio ed elaboro ciò che vivo.
Ritornello x 2
Calibro il mio labbro ed il mio viso,
allargo un amaro sorriso,
magro bottino di un ladro emigro,
m’allontano pigro per lo squilibrio.
Strofa meSs
Trascinato dal mio stesso brio,
guardo me stesso dall’esterno
del mio aspetto e vedo solo un “io”.
L’equilibrio sta per cedere,
deve succedere quello che deve succedere!
Mentre cogito al modo di procedere,
escogito un incedere deciso ma scorrevole
e monito del passo che resta celere.
Per quelli che pretendon senza chiedere.
Per chi crede che sia giusto prima ledere,
per riavvicinarsi a serve solo quando serve,
è solamente un verme e da germe,
merita di esplodere da debole ed inerme.
Per me poche le perdite perché,
ho sempre fatto cernite perfette che,
mi rendono più facile il distacco.
Non serve uscirne gracile e distrutto,
rimaner di stucco per ogni non so che.
Un viso prima nitido reso profilo
fino a un filo sbiadito che s’assottiglia,
di luce che mi abbraccia e non m’abbaglia,
un incendio di tizzoni che divampa,
ma tutti gli altri nomi me li scrivo con la paglia.
Ritornello x 2
Calibro il mio labbro ed il mio viso,
allargo un amaro sorriso,
magro bottino di un ladro emigro,
m’allontano pigro per lo squilibrio.
Strofa J-honKEY
Vibro e manovro un nuovo manubrio,
nel buio di un libro protetto dal ludibrio,
perdo l’equilibrio e non mi serve la piccozza,
la mia verve trema per ogni piccolezza,
cozza staccata a forza da uno scoglio liberticida,
non ho scelto un destino suicida,
ma come fossi erbaccia mi si spruzza erbicida,
temo che la sola puzza omicida mi uccida,
che possa turbare la mia vita,
dal tubare al titubare
la distanza è tutt’altro che infinita,
nient’altro che un’Invicta,
piena di ricordi ancora in vita,
in vita una cintura mi evita la caduta,
mi invita a proseguire ed arricchire
ogni mia dote mai perduta,
una cote affila lame note,
che come lacrime mi tagliano le gote,
ogni sparuta composizione di note
le combatte d’istinto,
so che il dolore non può essere estinto,
quanti distacchi mi hanno spinto verso il basso,
sono risalito spavaldo sospinto da un credo saldo,
valido araldo picchio i tacchi ad ogni passo,
passo un messaggio escatologico, pescato logico
e saggio al di là di ogni peccato
o fatto sintomatologico, della semeiotica,
nell’Aldilà troverò K-E e insieme Y,
senza yoga entrerò nella sinagoga
e lo seguirò come fosse allora,
come Luke con Yoda,
avrei voluto dire ogni cosa
e ascoltare ancora la parola soffocata in gola,
a chi mi stava accanto,
ogni discorso aspetta la sua ora,
per riprendere d’incanto.
Ritornello x 2
Calibro il mio labbro ed il mio viso,
allargo un amaro sorriso,
magro bottino di un ladro emigro,
m’allontano pigro per lo squilibrio.
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